Handicappata (F) ~ Handicappato (M)

Definizione

La parola, nata nella seconda metà del XIX secolo, indicava originariamente un gioco, nel quale la posta era tenuta con la mano (hand) in un berretto (cap); da lì, diventa tecnicismo sportivo, indicando “competizione in cui, per equiparare le possibilità di vittoria, si assegna uno svantaggio al concorrente ritenuto superiore o un vantaggio a quello ritenuto inferiore mediante aumenti di punteggio, di peso, di colpi, abbuoni di distanza e simili”. Successivamente venne utilizzata in vari ambiti, tra cui quello medico e quello sociale, dove ha assunto significati basati sull’idea di svantaggio, deficienza, incapacità fisica e mentale.

In quest’accezione il termine è stato utilizzato fino agli anni Novanta, quando l’International Classification of Impairments, Activities and Participation ha introdotto l’idea di una visione in positivo, e di una diversa partecipazione sociale; non ostacolata dalla disabilità, ma anzi garantita da abilità diverse. È da queste ragioni che nasce la versione “diversamente abile”.

Nel 2002 la World Health Assembly ha sancito l’abbandono definitivo di una terminologia basata sul deficit (handicap, disabile, dislessico, ecc.) per adottare termini più descrittivi dei contesti di vita, focalizzando l’attenzione sulle risorse e sulle abilità di un soggetto invece che sui suoi insuccessi.

Secondo un sondaggio pubblicato nel maggio 2009 dalla rivista “Focus”, handicappato sarebbe ormai avvertito come un vero e proprio insulto (anche se in alcuni sport, come nell’ippica o nel golf, il termine handicap è ancora comunemente usato senza alcuna accezione negativa).